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- Creato: Lunedì, 09 Marzo 2009 13:38
- Ultima modifica: Lunedì, 04 Gennaio 2021 12:59
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Uno degli intenti del nostro Collegio, nato nel 1991, è quello di costituire un punto di coesione fra tutti i professionisti che, abitualmente, svolgono anche l'attività di consulente tecnico nelle aule giudiziarie. Abbiamo creduto di poter cementare una categoria, che, invece, si è sempre sentita suddivisa in varie tipologie professionali e merceologiche.
Una categoria i cui componenti hanno sempre voluto affermare le proprie differenze e mai le proprie affinità. In essa è convogliato un gran numero di professionisti che, come molti ci ripetono, qui hanno riversato alcuni dei diversi problemi e delle possibili deficienze della primaria attività professionale, non ultimo il riscontro economico. Per contro, prendiamo atto del fatto che, se divisi, poco o nulla riusciremo ad ottenere e che l'adeguamento dei nostri onorari, pur se legittimo, non è il nostro unico scopo. La nostra funzione, di collaboratori del magistrato, partecipa all'affermazione ed alla correttezza dell'atto giuridico, a garanzia di una sempre migliore giustizia per il cittadino.
Da questo punto di vista, ricopriamo un ruolo importante, come ci ricorda sempre l'Avvocato e Senatore Guido Calvi, del quale desidero citarvi parte del suo discorso alla nostra tavola rotonda del 1996: "…Torno ancora una volta a riflettere su quelli che sono i problemi della vostra categoria, ma soprattutto ancora una volta, ripeto, quelli che sono i nostri problemi quotidiani, di avvocati, di magistrati e di periti, perché credo che il problema non possa essere visto soltanto come un momento specifico della vostra categoria, che certamente ha problemi straordinariamente seri dal punto di vista dell'organizzazione, della selezione, della formazione di un albo, che mi sembra sempre più indispensabile, al fine di evitare quel clima, ormai d'anarchia, che via via e, sempre più, continua a regnare nel nostro mondo. Invece di trovare delle linee di condotta tali per cui la vostra professionalità, il vostro rigore, i vostri meriti trovino poi riscontro sul piano professionale e, naturalmente, anche sul piano economico, pari a quelle che certamente meritate. ...Voi non siete un mondo estraneo al processo, voi siete una parte sostanziale, legata in modo indissolubile alla formazione del convincimento del giudice, al momento della formazione della prova voi siete un momento essenziale e, come tale, non potete sfuggire al problema che investe in questo momento il nostro processo. Penso soprattutto al processo penale. Il vero problema serio che investe il nostro processo è, appunto, quello della formazione della prova".
Essendo importanti dobbiamo essere sempre più preparati, sempre più professionali ed assumerci le responsabilità del nostro ruolo. Per questo, in fondo, siamo chiamati e, per questo, in fondo, siamo pagati. Responsabilità e professionalità, parole magiche e troppe volte disattese. L'appiattimento di alcune relazioni tecniche di parte a quelle del CTU, a volte, fa il paio solo con quelle che si arrampicano su specchi inesistenti. La consulenza tecnica di parte, infatti, se deve sempre contribuire al diritto alla difesa, non può arrivare a relazioni che trasformano le aule dei tribunali da dispensatrici di giustizia a teatrini comici. Queste relazioni non fanno altro che contribuire a creare l'abitudine, comunque criticabile, di non considerare per nulla o quasi, salvo eccezioni, la perizia di parte. Riprendendo il discorso sulla strada fatta e sulle nostre convinzioni, debbo ribadire l'obiettivo di affermare che l'attività peritale, pur essendo denominatore comune di tutte le categorie, ha, comunque, una sua specificità e delle peculiarità, forse non difficili da apprendere, quali un'attenta conoscenza di alcune parti dei codici, una naturale tendenza alla gestione delle parti ed una corretta professionalità per un giusto rapporto con il magistrato. Agire secondo scienza e coscienza è l'imperativo che guida ogni intervento professionali: quando i fattori in gioco sono la libertà ed il buon nome del cittadino è indispensabile affermare lealmente le proprie convinzioni senza alcun compromesso!
Arch. Russo Alessio
27 novembre 2001
pubblicato sul quotidiano ITALIA SERA