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Il Magistrato deve reimparare a formulare le domande,
i quesiti, e il CTU, consulente tecnico d'ufficio,
deve reimparare a fornire le risposte
L'approccio interdisciplinare per il conseguimento di obiettivi,
tecnici e sociali, sta diventando una regola necessaria
QUALE DIREZIONE PRENDERE?
La nostra società moderna, ormai da tutti definita post industriale o, da molti, della comunicazione, si basa su relazioni sempre più complesse tra gli individui. Rispetto ad un passato, anche recente, le semplici relazioni piramidali, che disegnavano i processi di delega, si sono andate via via complicando. Ogni attore della società moderna non ha più soltanto due relazioni con il resto della collettività, e cioè quella con cui assumeva una responsabilità funzionale da un altro e quella con cui distribuiva ad altri parte di tale responsabilità. L'elevato grado di scolarizzazione, raggiunto almeno nei paesi che hanno vissuto l'era industriale, insieme con la larga e tempestiva diffusione di informazioni, veicolate attraverso i media tecnologici, hanno moltiplicato le relazioni tra individui, rendendo assai più complesso il tessuto sociale. Oggi tutti comunicano con tutti, tutti hanno relazioni con tutti e in tutti i momenti.
Anche la dimensione dei problemi da affrontare, come pure la loro complessità, sono cresciute in maniera imprevedibile solo alcuni decenni addietro. La, per molti versi, tranquilla società industriale, dove le azioni potevano essere programmate nel lungo periodo sulla catena di montaggio, reale (per i prodotti) o virtuale (per i servizi) che fosse, è ormai alle nostre spalle. E' alle nostre spalle proprio come lo fu la ancora più tranquilla, e tranquillizzante, società contadina per i nostri nonni.
(SEGUE)
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I periti sono un problema per tutta l’organizzazione giudiziaria.
Serve un cambio di mentalità e nuove norme
Che qualità devono avere i consulenti tecnici? Rispondo con quanto ci ha detto il magistrato Bartolemeo Quatraro, presidente di sezione civile e responsabile consulenti tecnici al tribunale di Milano, a Milano nel 2000 in occasione del nostro 3° Convegno Nazionale: "…possono ottenere l'iscrizione nell'albo dei consulenti tecnici, coloro che sono forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia". Ed ancora: "per ottenere l'iscrizione nell'albo in oggetto non è sufficiente la normale competenza tecnica che deriva dal possesso del diploma o dalla laurea o dal positivo esercizio, anche prolungato nel tempo, dell'attività tecnica, ma sono necessari elementi documentari, idonei a provare che il richiedente ha conseguito speciale, cioè non comune, competenza tecnica nella o nelle materie per le quali chiede l'iscrizione. In quanto la speciale competenza tecnica è voluta dal legislatore per consentire al giudice di poter fidare su di essa ed utilizzare la stessa nell'espletamento delle delicate e complesse funzioni istruttorie". E poi ancora "…che con tale aggettivazione richiede al tempo stesso che le condizioni professionali raggiunte siano veramente "elevate", "profonde" particolarmente "collaudate" sul campo ragguardevolmente "consistenti" ed è naturale che solo un esercizio temporalmente assai rilevante della professione possa averle fatte con una lunga esperienza conseguire e maturare". Cioè dice: "non basta essere docenti universitario, non basta essere assistenti o ricercatori ci vuole qualcosa di più concreto, cioè di qualcosa che si è acquisito sul campo". Tutto ovviamente in piena sintonia con il nostro pensiero. Vediamo, però, tutta questa scienza come è messa in pratica "sul campo". Vediamola con una testimonianza di un altro notevolissimo magistrato, Dott. Antonio Cappiello, presidente di sezione penale all'epoca dell'intervento al nostro 1° Convegno Nazionale: "…Purtroppo, invece devo dire, molti colleghi indicano il perito sulla base di segnalazioni, su un fatto del tutto casuale, il primo che capita. Vi cito solo un fatto effettivamente capitato ad una persona che conosco. Il marito di questa persona era affetto da un cancro al cervello. C'era una causa in corso con l'assicurazione. Doveva essere effettuata una perizia neurologica, fu nominato perito un urologo! Ma vi rendete conto, per me è una questione... Per fortuna si riuscì a nominare, in seguito, un vero medico legale e la questione prese tutt'altro aspetto. Ma vi rendete conto di che cosa significa una cosa del genere?".
Questo è quanto accade! Per questo continuiamo a batterci per un miglioramento delle nostre condizioni per non dover rivivere, a proposito della speciale competenza, ciò che accadde a Roma dove durante un convegno trovammo un perito iscritto al Tribunale di Roma in 26 categorie. Pico della Mirandola non era nessuno al confronto!
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Giustizia?…
Con i periti pagati meno di una Colf?
Qualcuno sogna, è ora di svegliarlo!
Si fa un gran parlare di riforme al fine di raggiungere una sempre migliore e più efficiente giustizia. Tutti noi leggiamo un gran numero di articoli ed interviste sui giornali. Tutti noi sappiamo di interrogazioni parlamentari, proposte di legge, disegni di legge e decreti legge, ma… personalmente ho molti dubbi!
Certamente il fatto che io personalmente abbia tutti questi dubbi potrà interessare a poche persone e forse a nessuno, però… A tutti questi domando: sai come vengono pagati i periti o C.T.U. (Consulenti Tecnici d’Ufficio), cioè quegli esperti che vengono nominati dai magistrati per avere dei pareri sulle cause che devono dirimere? Sai che vengono pagati Euro 8,15 a vacazione? Sai che la vacazione non è una funzione fisiologica ma un’unità di misura temporale usata solo in Italia e che corrisponde a due ore? Sai che, quindi, i C.T.U. hanno una remunerazione di Euro 4,07 l’ora? Sai che quest’importo, il quale farebbe ridere il più stupido degli interlocutori non è neanche netto, ovvero per ogni ora impiegata nella consulenza, ma come recita la legge: “Tutti gli onorari sono comprensivi della relazione sui risultati dell’incarico espletato, dell’esame degli atti processuali, della partecipazione alle udienze e di ogni altra attività concernente i quesiti”?
Mi piacerebbe vedere il mio interlocutore in faccia e capire se ha compreso chi saranno mai questi consulenti che dovrebbero contribuire al giudizio che il magistrato emetterà sulla loro richiesta di giustizia. Chi mai sarà? Sarà un probabile fallito nella propria professione che si accontenta di un qualsiasi onorario a fronte della propria incompetenza. Sarà un giovane laureato o peggio un giovane diplomato e peggio ancora un giovane con il titolo di scuola media inferiore od elementari come può avvenire nelle categorie merceologiche, dove devono solo superare un esame presso le camere di commercio. Oppure sarà uno di quei pochi periti che lo fanno ancora per il piacere di farlo e come contributo alla società.
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7° CONVEGNO NAZIONALE argomento
IL GIUDICE E’ ANCORA
PERITO DEI PERITI?
L’affidabilità dei dati tecnici, la deontologia del perito e dell’avvocato
Confronto tra gli operatori del settore
giovedì 10 ottobre 2019
orario dalle 10,00 alle 15,30
ROMA Corte di Appello di Roma – Sala UNITA’ D’ITALIA - Via Antonio Varisco, 3
Il Collegio Periti Italiani svolge una intensa attività formativa per i consulenti tecnici italiani.
La svolge organizzando in tutta Italia:
- Seminari generali di Tecnica della Perizia Giudiziaria
- Corso di specializzazione in Tecnica della Perizia Giudiziaria
e corsi specialistici per categorie:
- Corsi di antiquariato mobili
- Corsi di gioielleria
- Corsi di informatica di base