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Perché? Perché la professione del Consulente Tecnico in ambito giudiziario non è una parte della propria professione, qualsiasi essa sia, e magari la meno importante. E' una professione! Ha la necessità di conoscenze di leggi e procedure ed una propria filosofia ed etica. Doti da affinare incarico dopo incarico. Non è una professione per risolvere il problema dei giovani laureati. La selezione e l'aggiornamento, quindi, oltreché necessaria potrebbe essere di stimolo alla professionalità di molti periti.
Come hanno detto durante il primo convegno nazionale Tribunale di Roma Aula Occorsio già il 10 giugno 1994:
Dott. Michele Tarantino (magistrato civile) "In sostanza, il numero dei consulenti è aumentato in misura superiore all'incremento delle controversie, in ragione di quasi 3 a 1. Ora non è che la quantità ci autorizza di per sé a dubitare della buona professionalità degli iscritti all'albo, ma è certo che una selezione più rigorosa consentirebbe di attuare pienamente la turnazione con maggiore tranquillità".
Il Prof. Avv. Carlo Taormina (Avvocato penale) "Troppo diverse sono queste consulenze, anzitutto perché frequentemente contengono, lo devo dire con chiarezza, svarioni incredibili, rispetto ai quali certamente il contraddittorio avrebbe potuto svolgere un ruolo importante, ma rispetto ai quali svarioni deve svolgere anzitutto un ruolo la elevazione della professionalità di chi svolge questa attività, sia pure in un contatto isolato con il pubblico ministero e senza che divenga complice di quel che egli ritiene e creda di dover interpretare come volontà del Pubblico Ministero. Ecco, io credo che questo sia un problema che esploderà".
Dott. Antonio Cappiello (magistrato penale) "io sono molto scettico sui cosiddetti Pico della Mirandola. Ci sono dei periti che sanno di tutto: grafica, medicina legale, balistica, addirittura magari fanno pure gli interpreti visto che si trovano. Lasciatemelo dire, sono quei periti o consulenti, che dir si voglia, che personalmente in me destano perplessità".
Dott. Marco Rossetti (magistrato civile) "E per questo che io mi compiaccio con il Collegio Periti Italiani che può costituire un valido interlocutore al fine di mettere a punto, ed è questo, secondo me, l'obiettivo al quale tutti dovremmo mirare, mettere a punto degli standard deontologici, ai quali tutti i consulenti tecnici debbono attenersi, o dovrebbero attenersi. In modo che si sappia che unavolta non rispettato quello standard, quel consulente tecnico è una persona non affidabile e quindi è utile non affidare a questa persona incarichi".
Dott.ssa Margherita Gerunda (magistrato penale) "Ma il punto fondamentale è che non si può scegliere chiunque per una traduzione, per adibirlo alle funzioni di interprete. L'uso che taluni fanno di compagni di detenzione di un imputato detenuto, o di persone prese un po' dalla strada, come si diceva un tempo per gli attori neorealisti, è un uso che deve essere completamente abbandonato. Perché? Perché i requisiti devono essere accertati volta per volta, come dice il codice, se la persona non è iscritta all'albo e, oltre ciò, se la persona non è iscritta all'albo e deve essere nominata, è necessario che colui che la nomina, motivi il perché sceglie quella persona e in ogni caso la persona deve essere fornita di tutti i requisiti, almeno morali, che devono assistere il giudice nel momento in cui utilizza l'opera dell'interprete."
On. Dott. Sebastiano Neri (Responsabile della Giustizia di AN), "Allora è chiaro che qui non è solo un problema di soldi o di status, qua è un problema che va inquadrato nella più complessiva riforma del sistema giustizia, del sistema giudiziario in Italia. Io credo che a questo punto, se va avanti, come credo inevitabilmente che andrà avanti questa tendenza alla "deregulation" rispetto a quelli che sono gli albi professionali, probabilmente la istituzione di un albo dei periti giudiziari non rappresenterebbe una specificazione ulteriore rispetto agli albi professionali, ma potrebbe rappresentare una scelta professionale che però andrebbe normativamente collegata a quello che è il funzionamento degli uffici giudiziari, cioè questo tipo di approccio è un approccio che ha davanti a se la prospettiva di una riforma organica, perché se noi continuiamo a vedere il problema del nuovo assetto giudiziario in Italia come un problema settorializzato, quindi risolvendo un problema alla volta, probabilmente non riusciremo mai ad avere un sistema che funzioni in modo armonico ed, insieme ai periti giudiziari che continueranno a lamentare la situazione di disagio attuale, avremo ancora uffici giudiziari che anche per altri aspetti non riusciranno a dare risposta ai cittadini".
Il Sen. Avv. Guido Calvi (Senatore DS ed avvocato penalista): "torno ancora una volta a riflettere su quelli che sono i problemi della vostra categoria, ma soprattutto ancora una volta, ripeto, quelli che sono i problemi nostri quotidiani, di avvocati, di magistrati e di periti, perché credo che il problema non possa essere visto soltanto come un momento specifico della vostra categoria, che certamente ha problemi straordinariamente seri dal punto di vista dell'organizzazione, della selezione, della formazione di un albo che mi sembra sempre più indispensabile al fine di evitare quel clima, ormai di anarchia, che via via e sempre più continua a regnare nel nostro mondo ed invece di trovare delle linee di condotta tali per cui la vostra professionalità, il vostro rigore, i vostri meriti trovino poi riscontro sul piano professionale e naturalmente anche sul piano economico, pari a quelle che certamente meritate. ... Voi non siete un mondo estraneo al processo, voi siete una parte sostanziale, legata in modo indissolubile alla formazione del convincimento del giudice, al momento della formazione della prova voi siete un momento essenziale e come tale non potete sfuggire al problema che investe in questo momento il nostro processo, e penso soprattutto al processo penale. Il vero problema serio che investe il nostro processo è, appunto, quello della formazione della prova".
Per questi ed altri motivi vi invitiamo ad iscrivervi affinché uniti si possa contribuire ad un miglioramento della categoria, ad una maggiore selezione dell'Albo, magari contribuendo alla formazione di un Albo Unico Nazionale. Ad una maggiore professionalità ed a un aggiornamento professionale frequente, con scambio di informazioni ed esperienze tra colleghi. E per i giovani un servizio di tutoraggio. Insomma cercare di contribuire ad una giustizia migliore.